venerdì 30 giugno 2023

La giornata della Lady (XIX parte)

15 Maggio 1912 

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Frederick si svegliò alle 8am. Seduto sul bordo del letto, era intento a guardare Violet dormire. Pensò per un momento a Deirdre ed alla loro somiglianza.


Si mise la vestaglia ed andò nel salottino. Suonò il campanello per richiamare la servitù, bevendo, nel frattempo, un bicchiere d'acqua fresca contenuta in una raffinata bottiglia di cristallo dallo stretto e lungo collo, con dei piccoli fiorellini intarsiati nel vetro.

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"My Lord siete già alzato, la sveglia era ad ora più tarda, vi chiedo scusa my Lord"

Andy era davvero rammaricato per l'accaduto

"Andy sono io che mi sono alzato prima della sveglia concordata ieri sera, non hai colpe, piuttosto vorrei che la colazione fosse servita a letto"

"Certo my Lord, come my Lord ordina"

Andy trafelato sparì lungo il corridoio della suite

Pauline arrivò dopo poco

"My Lord, la mia signora riposa ancora?"

"Violet dorme, ho richiesto la colazione a letto, pensa pure ai bagagli da raccogliere, alla colazione penserò io quando arriverà il cameriere, ti prego, Pauline, avverti Andy che dica all'autista di tenersi pronto, partiremo alle 10.30am in modo che ci imbarchino prima dell'arrivo della folla"

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"My Lord, sarà fatto, vado subito"

Lord Frederick sorrise

"Sono sola? Fred, amore?"

Violet chiamò il marito con voce appena udibile

"Amor mio, eccomi. Dormivi, non ti ho chiamata, ho richiesto la colazione a letto, cosicché non ti debba alzare subito. Eri bellissima mentre dormivi"

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"Spero che tu riesca a vedermi bella anche da sveglia, o mi ritroverò a dover dormire come Biancaneve"

Violet rise di gusto,  poi si stirò, sbadigliando come un gatto. 

"Ma tu sei la mia Biancaneve, la mia principessa, anche se sei più un soldato della Guardia che una principessa!"

Frederick si perse in una genuina risata che coinvolge anche Violet

"Forse ti avrebbe dato più soddisfazione avere accanto una moglie svenevole e civettuola, sempre dal si facile"

"No, preferisco battagliare con un vero soldato, con un vero eroe di guerra, non mi piacciono le svenevoli"

Un tintinnio di vettovaglie si sentì nel salottino, Frederick si sbrigò ad alzarsi dal fondo del letto, dirigendosi verso il cameriere. 

"Vada pure, grazie, farò da me"

"My Lord, come desidera, buona giornata my Lord"

Frederick prese uno dei due vassoi e lo portò a Violet. Questa, con fare ammiccante, guardò il marito

"Se non ti conoscessi nel profondo, penserei che ci sia qualcosa da farti perdonare"

"Si, qualcosa c'è"

Violet seria guardò il marito

"Sposando me, dicendo si quel giorno, ha detto sì ad un macigno. I miei problemi sono divenuti anche tuoi, questo mi sconvolge, mi sento in debito ogni giorno"

"Oh, sono una donna forte! Di sicuro non mi abbatterà questo! Stare accanto al marito è dovere di una buona moglie no? Lo dice anche la Duches..."

"Dio mio non la nominare! Non la nominare, mi basterà già solo leggerne il nome! Spero solo mio padre si fermi a Belvoir ancora per molto tempo!"

Violet era visibilmente imbarazzata

"Frederick scusa, scusa davvero, non volevo" 

"Su, ora mangia, devi ancora prepararti ed è già tardi"


"Se pensi sia cosa buona, potrei inviare un telegramma a Belvoir, per chiedere al Duca Augustus di fermarsi"

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Frederick sembrò annuire. Violet non fece caso e cominciò a mangiare con piacere, anche se il pensiero del viaggio  e della tragedia del Titanic la tormentavano ormai da tempo




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