Chi come la scrivente ama cappelli e moda vintage alzi la mano!
Oggi parliamo del cappello, che nonostante brevi periodi di buio, resta sempre in auge e viene riproposto in differenti design e fogge
Dobbiamo però cominciare questo articolo parlando di un accessorio molto femminile, al quale le signore del 1800 non sapevano e non potevano rinunciare: l’ombrello.
Il popolo femminile, a partire dalla metà del 1800, non usciva senza ombrellino.
Questo era l’accessorio che ne proteggeva dal sole la pelle chiara, simbolo di signorilità, differente dalla pelle abbronzata delle contadine, costrette a stare sotto ai raggi solari per lavorare nei campi e nei giardini.
Il parasole era di varia foggia; cotone, stoffe dipinte, pizzi. Molti erano impreziositi da piume, sete ricamate, velluti e rouche.
L’impugnatura differiva da modello a modello ma poteva essere in osso, in legno, in argento e addirittura in oro e in avorio.
Ovviamente, le dimensioni variavano nell’arco della giornata e a seconda dell’intensità del sole, ne mutava la consistenza della stoffa.
Il parasole si fece strada tra il 1800 e il 1900 e nel primo decennio del 1900 accompagnò anche la moda degli enormi cappelli delle signore dell’alta società.
Era doveroso lasciare un piccolo spazio all’ombrellino, accessorio femminile dall’eleganza senza tempo.
Ora parliamo di quello che, nonostante il tempo, non passa mai di moda: il cappellino.
Verso la metà del 1800 il cappellino diventa un oggetto atto a manifestare femminilità. Vezzoso, si impreziosisce di piume, fiori di stoffa, pizzi e merletti.
Perché non citare un po' di cinema?
Ricordate il modesto modello Fanchon indossato dalla spettacolare Winona Ryder nel ruolo di -Jo March- in "Little women" del 1994?
E "Pride & Prejudice" del 2005? La dolcissima Keira Knightley nel ruolo di -Elizabeth Bennet- indossa sempre un modello Fanchon in paglia
E come non citare il sontuoso Fanchon ricordato grazie al capolavoro cinematografico del 1939 “Gone with the Wind” dove Clark Gable -Rhett Butler- lo regala (verde) all’intrepida Vivien Leigh - Scarlett O'Hara (Rossella in It)-
Il modello Fanchon appunto viene adornato da nastri colorati, perle, fiocchi, piume e merletti.
Sempre nello stesso periodo la moda maschile del cappello alla marinara -quello di paglia-
diventa anche moda femminile, tanto che le signore scelgono, per una passeggiata, il cappello di paglia uguale a quello usato dai marinai.
E’ però dall’inizio del 1900 che il cappello si diffonde così tanto da divenire sempre più grande e sempre più indossato.
Non vi è ragazza, donna e addirittura bambina che non ne indossi almeno uno in tutto l’arco della giornata.
Anche in questo caso i materiali si sprecano, piume di struzzo, marabù, nastrini, fiori, perle, sete, pizzi fanno da padroni incontrastati di questi oggetti del desiderio femminile.
Come non ricordare il cappello sfoggiato da Rose Dewitt Bukater che scendendo dall’automobile, non si scompone e nemmeno stupisce della maestosità del Titanic?
E’ infatti nel primo decennio del 1900 che i cappelli diventano delle vere e proprie opere d’arte, anche se da qui in poi cominceranno a ridurre le proporzioni lasciando spazio alla più semplice e pratica cloche:
inventata dalla modista Caroline Reboux, che nel 1908 a Parigi, fece di questo cappellino un must have del guardaroba e della cappelliera femminile.
La cloche (campana) la si indossava spesso con il nuovo taglio di capelli corto “alla garçonne” taglio rivoluzionario, in voga dagli anni ‘20 grazie alle ragazze “ribelli” chiamate “flapper” che cominciarono ad accorciare i capelli, i loro abiti, a fumare a bere alcolici e ad essere libere!
Amo maggiormente i cappelli che andavano da fine 800 fino ai primi decenni della belle epoque. Non mi piacevano molto quelli in paglia che andavano invece nei primi anni dell' 800. Io vado matta per le piume😍
RispondiEliminaAllora io adoro i cappelli della fine dell'800 prima decade (fino al 1913). Perché erano grandi, pieni di particolari.
EliminaAnche io amo le piume, i fiori ed anche i particolari gioiello😍