mercoledì 27 aprile 2022

English life in Liguria side

Oggi uso le pagine del blog come pagine di un diario segreto. Non troppo segreto in questo caso, visto che vorrei rendervi partecipi di un piccolo estratto della mia vita tra Inghilterra e Liguria.


Durante il periodo della preadolescenza e adolescenza mi recavo, in estate, in
vacanza nella villa di una mia amica, figlia di amici di famiglia.
Questa villa si trovava (e si trova) nella Riviera di levante, più precisamente nella meravigliosa “Ruta di Camogli” edificio Art Nouveau -stile liberty- si ergeva su di una collinetta.

Si arrivava entrando da una grande cancellata che si apriva sotto una grotta di massi e felci.                
La scala, che portava al grande giardino, era di pietre con ciuffi d’erba che nascevano scomposti. Vi era, prima del grande portone d’entrata, un’orangerie di ferro battuto anche quella in stile liberty, dove all’interno si trovavano quattro poltrone in vimini con grandi cuscini bianchi, sempre candidi, un tavolino basso da salotto sempre in vimini e due sdraio di legno -chiuse- per gli ospiti che arrivavano per il tea. 


Amici di vecchia data di mia mamma, vivevano a Londra, ma venivano in Liguria nella villa di famiglia, tutte le estati soggiornandovi da giugno ai primi di settembre.                                                          
Le abitudini erano english style, ed io ero a mio agio tra afternoon tea party e english breakfast

Al mattino mi svegliavo prima di tutti, perché amavo aprire le imposte della mia camera, prima che la governante -unica assieme alla cuoca- arrivasse a svegliarmi. Nella cameretta c’era un vecchio pianoforte, sopra al quale svettava una grande mensola che conteneva un sacco di oggetti ammucchiati. 
La camera era piccola ma aveva due finestre che davano sul grande parco/giardino e da una delle due -precisamente quella di destra- si intravedeva la strada sterrata che portava alla spiaggetta privata. 
La cameretta, come dicevo pocanzi, era piccina ma dava su un boudoir. Era il salottino privato delle due camere singole -quindi solo per due ragazze o signore che soggiornavano nelle due stanze attigue-. 
Era li che ci servivano la colazione quando il tempo impediva di recarsi in giardino per “breakfast with company” come amavano chiamare il pasto del mattino servito per tutti all’orangerie. 

Il boudoir lo conservo nei ricordi.  Con le poltrone vittoriane, i quadri nelle cornici dorate, ed un piccolo caminetto che non ho mai visto acceso. 


Al piano sottostante, dalla parte opposta al grande portone d’entrata, la cucina, meravigliosa.           
Una cucina economica, ancora in funzione, era collegata con i vari caloriferi. Poi un tavolo nel mezzo della stanza non tanto grande, di legno antico. 

Tutta la famiglia mangiava nel salotto al piano sopra, mentre mi spiegarono, che all’inizio del secolo, gli ospiti che soggiornavano alla villa avevano le stanze all’ultimo piano, dove dal terrazzo grande come tutto il piano, si godeva la vista del golfo. 

Da quando entrai a far parte di quella famiglia cominciai ad amare il periodo vittoriano, edwardiano, e il primo ventennio del ‘900

La figlia infatti, aveva una collezione di libri cartonati, tutti figurati e con descrizione a piè di pagina, della moda tra la metà del 1800 e il primo ventennio del 1900.          
Passavo ore sotto il pergolato di vite a sfogliarli, cercando di imprimere nella memoria quelle pagine, quegli abiti e quelle descrizioni che ancora, dopo quasi trent'anni porto nel cuore. 

Sapete quale è l’unico rammarico? Quello di non avere nulla, nessuna fotografia, nessuna immagine, nessun ricordo tangibile. Posso solo cercare i ricordi nella mente, sperando rimangano vividi, per sempre.


P.S: Ecco chi mi insegnò ad usare le perle fino al tramonto e con il calar del sole ad indossare i diamanti

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