Questo è il primo di una serie di articoli che parleranno della moda a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
Per arrivare a parlare del famoso abito da tea, non si può fare altro che contestualizzarne il periodo storico, parlando dei vari cambiamenti culturali, fisici e mentali del mondo femminile del tempo: per questo motivo ho deciso di suddividere gli articoli rendendoli più leggeri nella forma e più concisi nei contenuti.
A partire dal 1860 i corsetti cambiarono le forme facendosi sempre più stretti, tanto che tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 nacquero i famosi bustini ad S, totali modificatori della postura femminile.
Chi diede l’input per questa trasformazione?
L’illustratore Charles Dana Gibson padre della Gibson Girl; fu lui che diede vita all'ideale di bellezza popolarissimo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
I suoi modelli raffigurarono un’epocale e rivoluzionario cambiamento della figura femminile dell’epoca.
La donna nata dalla sua matita era alta, molto magra e con un collo snello, lungo ed un seno florido.
Le “Gibson girls” erano appunto, caratterizzate da un punto in comune e cioè la famosa “Linea ad S” che oltre ad avere le caratteristiche descritte più sopra, volevano anche capelli raccolti in uno chignon.
Vestiti all’ultima moda, alta borghesia, lavoro e quindi indipendenza, sicurezza e bellezza, fecero di questo modello -in assoluto- quello più seguito e amato da tutto il popolo femminile dell’epoca.
Tra le figure che incarnarono al meglio la Gibson girl troviamo l’attrice Camille Clifford, con la sua pettinatura, la tipica figura a clessidra e il vitino da vespa
l’attrice Evelin Nesbit, che divenne la protagonista di una delle illustrazioni più rappresentative di Gibson, “The Eternal Question”
e l’attrice e cantante lirica Lina Cavalieri, che fu una delle donne più belle dell’epoca della Belle Epoque
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