venerdì 26 maggio 2023

La giornata della Lady (IX parte)




5 Maggio 1912 (primo pomeriggio)


Lady Violet e Lord Frederick lasciarono il lussuoso ristorante "Wiltson" in compagnia del Duca Augustus.

Fecero un pezzo di strada assieme, accompagnandolo a passo lento, ai piedi dello scalone dell'appartamento di proprietà dei Grafton

"Mia moglie non c'è ancora, presa com'è dallo sperpero di denaro"

"Padre ti prego, dobbiamo parlare, mi devi spiegare"

Chiese Frederick con tono di supplica 

Lord Augustus però non parlò con il figlio. Gli diede solo piccoli consigli su quello che sarebbe stato l'imminente viaggio a New York. Dietro insistente richiesta dell'amata nuora, parlò anche del suo stato di salute altalenante e dei dolori alle gambe, dati dall'artrite, che lo vessavano da tempo

Il figlio, dal canto suo, non chiese più nulla al padre, lasciandosi la mente rannuvolata da cupi pensieri 

Lord Augustus si avvicinò a Letty e, baciandola amabilmente sulla guancia destra, la pregò di stare accanto al figlio, consigliandolo, come richiesto ad ogni buona moglie. Letty si perse per un momento pensando al fascino di suo suocero. Pensò che avesse, ormai celati dall'età e dalle preoccupazioni, lo charme e la bellezza dello sguardo e dei tratti del viso tramandati nel figlio. Lo guardò per un momento, elegante, con un abito grigio, con il panciotto e l'orologio d'oro da taschino di cui si intravvedeva la catenella, un top hat grigio sottobraccio e l'immancabile bastone, dall'impugnatura in argento a forma di testa di segugio. Ridestandosi immediatamente dal pensiero rispose amorevolmente al suocero

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"Oh, caro suocero. Sapete bene che noi per Voi ci saremo sempre. Belvoir è casa vostra. I vostri nipoti vi aspettano, adorano giocare con voi"

Violet non riuscì a trattenere il rossore negli occhi

"Non sapete quanto mi manca fare finta di pescare con Thomas. Se penso che ho visto solo due volte Deirdre"

Il duca Augustus sembrava tormentato

"Padre, venite qualche giorno a Belvoir, prima della nostra partenza"

"Sai benissimo che la Duchessa non vuole sentir nominare il castello dei Manners, dopo la decisione presa di non rendere vostra residenza principale Huston Hall preferendole Belvoir"

Violet incurvò la bocca in una smorfia di spregio, ma rimase in silenzio 

"Ditele che dovete venire a parlare d'affari. Ditele che l'amministratore di New York verrà da me a Belvoir, per poi partire nuovamente in nostra compagnia"

Frederick sorrise alla moglie soddisfatto dell'escamotage trovato

Violet guardò suocero e marito lanciarsi un'occhiata d'intesa, ma fu Augustus a prendere la parola

"La Duchessa Isabella ha detto che dovreste sbrigarvi a dare un altro erede alla famiglia"

Disse Lord Fitzroy, sorridendo a denti stretti 

"Ah! Come ha fatto lei! Le femmine non mancano!"

Violet, rossa in volto, si rese conto troppo tardi delle parole dette a voce alta 

"Moglie!"

"No! Frederick, tua moglie ragiona, ha detto bene. Non si possono impartire ordini senza averli mai ricevuti"

La frase detta fu come un pugno in pieno stomaco per Frederick.

"Non me ne vogliate suocero caro, non era mia intenzione"

"Tu, mia cara, tu sei la mia prediletta e ringrazio Dio ogni giorno per aver dato possibilità a mio figlio di trovarti, divenendo poi sua moglie

"Padre, pensateci. Avete tempo per ponderare, la scusa l'avete servita su un piatto d'argento, vi basta poco"

"Ci penserò"

Rispose con tono secco il Duca

"Noi partiremo con l'RMS Olimpic, hanno aggiunto scialuppe di salvataggio per la sicurezza "

Violet sembrò destarsi da un incubo, guardò il marito terrorizzata.

"Io non so se riuscirò, il viaggio mi fa paura, dopo la tragica morte dei nostri amici, dopo tutti quei morti"

"Ormai è tutto in sicurezza, comunque a questo penseremo poi" rispose ruvidamente Lord Frederick 

"Padre, pensateci"

Lord Augustus zittì tutti e due con un mite cenno della mano destra.

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Si salutarono e Lord Augustus FitzRoy, con il suo bastone, salì le scale con passo stanco e occhi bassi


"Tuo padre è sempre così dolce, ma oggi era diverso. Preoccupato, ma soprattutto rassegnato"


"Violet, devi aiutarmi, devi aiutarmi, devo capire che cosa turba così il Duca"


"Certo mio caro"


"Tu sai l'uomo che è sempre stato, burbero, accorto, intelligente e astuto"


"Molto dolce con me" aggiunse soavemente Violet 


"Mio padre non è più lo stesso, ha qualcosa che lo agita"


"Ora però non turbarti, solo così potremo capire il da farsi"

Violet mise la mano sinistra sotto braccio a Frederick 

"Torniamo all'appartamento!" Ordinò seccato il Duca, non parlando più fino a casa, dimenticando perfino di fumare la pipa che tanto amava

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