mercoledì 31 maggio 2023

La giornata della Lady (X parte)

5 Maggio 1912 (3pm)

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Alle 3pm arrivarono all'appartamento. 

Pauline attese Lady Violet nel boudoir, mentre Andy accompagnò il Duca nella sua stanza.

"Non ho bisogno di te Andy, grazie"

Il valletto chiuse con delicatezza la porta, lasciando il Duca da solo. Questo rimase in silenzio a scrutare Dean's yard da una delle due finestre della sua stanza personale.


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Si spogliò, entrò nel piccolo bagno attiguo alla camera, dotato di vasca, e senza richiedere servizio fece un veloce bagno.

Mise un accappatoio bianco e passando per il boudoir si recò da Letty.

Non bussò ed entrò

"Devo stare solo con la signora"

"Pauline, verrai chiamata nuovamente più tardi"

Disse Lady Violet, senza dare adito ad alcuna emozione

"Come desidera my Lady. My Lord..."

Pauline si allontanò velocemente e chiuse la porta.

Violet preoccupata guardò il marito

"Amore parlami, non rabbuiarti"

Frederick sembrò prendere fiato.

Le labbra socchiuse si mossero

"Ho bisogno che tu mi stia accanto, ho sempre saputo che la Duchessa Isabella avesse segreti nei riguardi di mio padre"

Violet stupita, fissò il marito, al quale tremavano le labbra 

"Quali segreti? Quale segreto? Insomma marito caro, spiegati, non gradisco i misteri lo sai!"

Affermò con voce stridula Letty

Il Duca sembrava non voler spiegare.

Fosco in volto, si alzò di scatto, si diresse verso la moglie e in silenzio le cinse la vita bruscamente, con una mano.

Lo strattone le aprì la vestaglia tenuta chiusa da un cedevole nodo.  

"Lasciami, ho appena messo il bustino per questa sera"

Strillò Violet

Frederick, continuando a non proferire parola, le prese i capelli dietro la nuca e la baciò forzosamente.

Lady Violet gli diede goffamente piccoli e ripetuti pugni sulle spalle, ma il Duca, acceso in volto, continuò mordendole le labbra rosse.

"Sei mia" le disse, lasciandole la bocca arrossata attorno alle labbra, dalla violenza del bacio.

"Sei mia e in questo momento potrei prenderti senza sentire ragioni"

"Tu faresti questo a tua moglie?" 

Violet sembrava una pietra 

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"Useresti violenza su di me per cosa? Per sfogare la tua rabbia?"

Letty scoppiò in pianto

"Io sono tua perché mi ami. Tu sei mio, sei mio perché sei sempre stato un uomo come pochi, un uomo che non ha mai usato violenza su nessuno per ottenere qualcosa"

Violet non riusciva a trattenere le lacrime

"Ora scopro che mi useresti solo per placare la tua rabbia, facendomi del male, facendo male alla donna che più ti ama al mondo!"

Il pianto si trasformò in singhiozzi

"Maledetto me!!!"

Sbraitò Frederick, talmente forte, che si sentì un oggetto di metallo cadere dalle mani di Pauline nella stanza attigua

"Che cosa mi sta succedendo, cosa sto facendo!"

Violet spaventata si ritrasse

"Fred, calmati! Non è così che puoi arrivare a sapere cosa succede nella tua famiglia, cerca di calmare la tua rabbia"

Frederick sbuffava come un toro infuriato

Violet conosceva gli scatti di ira del marito e sapeva che stare un passo indietro era, in quei casi, la scelta migliore

"Siediti e ascolta"

Violet fece sedere il marito sullo sgabello a fiori della toletta di legno chiaro.

A sua volta si sedette sulla sua gamba destra

Il Duca si fece più tranquillo, il rossore del viso si fece pian piano più roseo

"Questa sera, cercheremo di capire, almeno in parte, ciò che è accaduto ai Duchi, ma tu devi promettermi che gli scatti di ira li conserverai nella tua cassaforte, ben chiusi. Prometti?"

Frederick guardò la moglie e sembrò rasserenarsi abbozzando un leggero sorriso

"Perdonami, se puoi"

Il Duca passò il palmo della mano sinistra sul viso di Violet, ancora bagnato dalle lacrime

"Non volevo farti piangere, non volevo spaventarti, non volevo ferirti, non volevo"

Continuò il Duca 

"Tu sai bene quanto ti amo vero moglie mia? Sai bene che io farei di tutto per te?"

"Certo che lo so, ma prima mi hai spaventata, non ammetto violenza, specialmente nella coppia. Mi terrorizza sapere che mio marito potrebbe farmi del male senza timore e rimorso"

"No! Non lo farei mai, è stato solo uno scatto d'ira, ma non sarei mai arrivato a farlo, mi sarei fermato, mi ucciderei dopo aver fatto un tale abominio, sai che ne sarei capace"

Violet sentì la mano forte del marito stringerle il fianco. Guardò Frederick e in quel momento gli slacciò il nodo del bianchissimo accappatoio.

"Abbiamo cena e ballo alle 7pm"

"Zitto" 

Violet mise la mano destra sulla bocca del marito, questo annusò il profumo della colonia 4711 e chiuse gli occhi.

La Duchessa si sedette sopra di lui, lentamente. 

Stettero in silenzio, seduti una sull'altro; la vestaglia di seta rosa di Violet cadeva leggera sulle ginocchia del Duca. Gli era impedito toccare i seni stretti e gonfi della moglie, perché chiusi nel corpetto ricamato, di lino bianco candido

Immaginò, immaginarono, forse all'unisono.

Violet lo lasciò fare, aspettando, senza collaborare troppo.

Non sentì nulla, se non, alla fine, l'amore caldo del marito. Questo, esausto, le morse leggermente il mento e adagiò fronte e naso in mezzo ai seni.

"My Lady, my love, sappi che non c'è nulla che io non possa darti. Sappi che non c'è nulla che tu non possa chiedermi. Il mio amore per te va oltre al tutto. Non c'è nulla che ti negherei.

Da quando ti vidi la prima volta rimasi ammaliato, ti volli con tutto me stesso. Ricorda sempre le parole che ti ho appena detto. Non dimenticarle mai" 

Violet annui, baciò sulle labbra il marito, si alzò delicatamente lasciandolo con l'accappatoio aperto.

"Lo hai fatto per dovere?"

Chiese improvvisamente il Duca, corrucciando la fronte

Violet si girò di scatto, chiudendo e annodando la vestaglia rimasta umida sul bordo sinistro

"Io non agisco mai per dovere. Lo faccio per piacere, in caso contrario, ne faccio a meno!" 

"Ma non ti ho sentita provare piacere..."

"Se sapessero mai che marito e moglie parlano di queste cose, ci porterebbero tutti e due al Bethlem Royal Hospital"

Violet rise, poco convinta

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"Ma perché le cose si fanno e non bisogna parlarne? È una realtà che non ho mai capito, e che non approvo! Conosco molti uomini facoltosi, che fuori si fanno chiamare "gentleman" che vanno a bordelli, compiono atti indescrivibili -nemmeno il maligno arriverebbe a tanto- e poi a casa bendano le mogli per non fare vedere loro il membro, penetrandole attraverso un buco nella vestaglia. Penso che siano peggiori queste amenità, che il chiederti se hai provato piacere o no..."

Violet sbatté le palpebre più di una volta 

"A volte mi chiedo se tu sia vero o solo un sogno. Penso che amarti sia troppo poco" 

"Sono un uomo come tutti gli altri mia adorata, non sono per nulla perfetto, ed a volte mi vergogno di me stesse e di altri uomini"

Violet cercava le parole da dire al marito per lodarlo ma questo continuò

"Will Stead, se l'è portato via il Titanic, ma era lui che avrebbe dovuto sopravvivere a differenza d'altri. Arrivato a far aprire gli occhi su quello che accade nel buio di questa città. La prostituzione minorile, i bambini venduti, e i facoltosi Gentlemen che compiono atti inesprimibili. Ed io sono qui a chiedere di una cosa naturale tra marito e moglie e a dovermi sentire in difetto per questo"


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Violet corse da lui, e gettandogli le braccia al collo lo baciò più e più volte.

Ridendo poi asserì 

"Ecco perché quel giorno dissi di si! Non lo dissi certo per la tua bellezza!"

Il grande orologio di ottone -raffigurante un ragazzo con abiti settecenteschi, durante una scena di caccia- posto sul caminetto suonò le 4.40pm. 

"È ora di interrompere la nostra conversazione, anche se molto interessante" disse Violet

"Suppongo dovremo cambiarci per la serata..." Frederick aveva un'espressione non troppo convinta

"Si, hai ben detto, dobbiamo cambiarci ed io ci metterò molto, non voglio farti fare brutta figura"

"Sono io a sfigurare vicino alla tua bellezza "

Frederick si alzò dallo sgabello, chiuse l'accappatoio e lo allacciò. Si congedò da Violet dandole un bacio in fronte. 

"Perdonami unico amore della mia vita. Perdonami per l'accaduto se puoi"

La Duchessa sorrise, lo abbracciò teneramente, aspettò che uscisse dalla camera e chiamò la cameriera personale 






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