mercoledì 14 giugno 2023

La giornata della Lady (XIV parte)

5 Maggio 1912 (Notte) 6 Maggio 1912 (Mattina)


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Violet si mosse piano. Con discrezione, prese Frederick sottobraccio. In silenzio lo portò fuori dal salottino, lasciando i Duchi ancora all'interno. Si chiuse la porta alle spalle con un leggero sospiro.

Cercò il Lord cerimoniere, lo trovò, e gli fece un delicato gesto di richiamo.

"Lord cerimoniere, il Marchese di Grafton, mio marito, non si sente molto bene, vorremmo congedarci dalle Maestà con il vostro permesso"

"Onorabile coppia, sperando che nulla vi sia di grave, vi accompagno dalle gradite Maestà, e mando un servitore ad avvertire il vostro autista"

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"Grazie Lord cerimoniere, vi sono alquanto grato "

Disse Frederick con voce tremante

La coppia si accomiatò dai Sovrani, raggiungendo presto l'uscita, scortata da un servitore.

Andrew attendeva già con il motore acceso 

Aprì le portiere ai signori, Violet salì per prima, seguita dal marito.

L'autista chiuse le portiere si mise al volante e partì.

In macchina silenzio.

Frederick non parlò. Strinse la mano a Violet che quasi sussultò per la troppa forza del marito

Arrivarono all'appartamento. Nessuno ad accoglierli, se non il valletto di Lord Frederick.

"Andy non preoccuparti, ritirati pure, stasera farò da me, dormirò nella stanza padronale"

"Certo my Lord, come desidera my Lord. My Lady, buona notte"

Violet pensò che il marito le avrebbe chiesto di ottemperare ai suoi doveri coniugali e questo la preoccupò, perché Frederick si era troppo infuriato quella sera e la rabbia in corpo, lo rendeva violento.

La Lady salì le scale, andò al piano superiore ed entrò nella stanza padronale. Cominciò a svestirsi da sola, mise il meraviglioso abito dorato sul servo muto di legno di mogano con base in marmo nero, si slacciò la sottoveste di seta e le calze bianche dal bustino. Dovette però chiamare Frederick per il bustino, perché da sola non vi era modo di poterlo slacciare e togliere.

Frederick arrivò, mesto e disattento. 

"Potresti mio caro..."

"Si, certo amore"

"Grazie" 

Rispose sorridendo Violet

Seguì con lo sguardo il marito.

Questo si gettò sul grande letto ancora vestito. Senza la giacca del frac, solo con camicia e panciotto le spalle sembravano ancora più larghe.

Violet si girò per pulirsi il viso con l'acqua alle rose, precedentemente preparata da Pauline; si lavò i denti con lo spazzolino asciutto, e si girò per raggiungere la camicia da notte di pizzo bianco olandese, adagiata sul bordo del letto 

Notò solo allora che Frederick si era addormentato.

Spense l'unica luce che aveva acceso, luce di un piccolo lume che teneva sul marmo del grande comò 

Si adagiò sul letto, rimanendo sveglia, avvolta dai pensieri

Lord Frederick, quella notte, non si mosse e dormì vestito. Violet si svegliò a tratti, guardandolo e pensando a che vita tormentata potesse aver avuto quell'uomo pieno d'amore, che purtroppo, veniva talvolta sopravanzato dall'ira.

Nel mezzo della notte il sonno profondo prese il sopravvento su di lei. 

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--"Non sarà mai tuo marito, lui ha deciso di sposare un'altra ragazza, più bella, molto più elegante e molto più ricca di te. Fattene una ragione non sarai mai la Duchessa di...Ho sempre saputo che questo matrimonio sarebbe stato un fallimento! Non sai con quante sgualdrine è stato mio figlio, tu sei solo l'ennesima"--


Violet si svegliò di soprassalto, sudata e impaurita, ma sentì subito che qualcosa le teneva i fianchi. Si girò, e la poca luce che entrava dalla finestra di mezzo, quella che aveva la tenda scostata, le fece vedere Frederick addormentato.


Il marito le aveva cinto i fianchi con le braccia, stringendola nel sonno.


Si riaddormentò, e questa volta cadde in un sonno senza sogni


Si svegliò di primo mattino, con il cinguettio, tipico primaverile, dei passerotti sugli alberi nelle aiuole sotto casa.


Non si alzò, ma si accorse che il marito non c'era.


D'un tratto un leggero rumore la distolse dal pensiero. 


"Vestiti amore mio, ce ne andiamo, torniamo a Belvoir, torniamo a casa, rimarremo li per circa una settimana e poi partiremo per New York"


Frederick non aveva bussato, era entrato, in vestaglia, ed aveva poggiato un vassoio d'argento sulla scrivania dalla finestra. La moglie continuava a guardarlo


"Ti ho fatto preparare uova sode, croissant ripieno di confettura di albicocca, tea al bergamotto, caffè. Spero sia di tuo gradimento "


"Certo che lo gradisco, ma aspettavo Pauline, non mio marito a portarmi la colazione"


"Ho detto a Pauline di pensare ai bagagli, ho dato poi ordine che venga qui ad aiutarti. Partiremo entro le 11am, dobbiamo arrivare a Belvoir entro le 4 pm"


"Frederick non è un po' troppo affrettato? Avevamo detto ai Marchesi di Lothian che li avremmo invitati per un tea"


"Non ho tempo. Li potrai invitare a casa, a Belvoir, uno di questi giorni o aspetteremo il nostro ritorno da New York, li incontreremo tranquillamente al tempo "


Violet non continuò oltre ad insistere, vide infatti che il marito era risoluto nella sua decisione, non volle quindi innervosirlo ulteriormente. 


Uscito Frederick dalla stanza, Violet venne raggiunta da Pauline.


"Mia signora il Duca, suo marito, mi ha dato ordine di aiutarla. Pensavo aveste già finito"


"Pauline, non preoccuparti, ho praticamente finito, poi non vedo dove sia il problema, mangerò da vestita"


Violet indossò un abito da viaggio rosa, in due pezzi. Morbido, in lana leggera, scollato, aveva maniche in tulle trasparente. Sopra un cappotto, sempre rosa, avvitato, e chiuso da due grandi bottoni, era dotato di particolari estetici ammirabili 

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Si fece pettinare a lungo, facendosi fare uno chignon a treccia. Non mise cappello ma tenne l'ombrellino per il sole.


"Pauline, chiama il Duca, sono pronta"


"Mia signora"


Frederick entrò nella camera assolata dopo poco più di cinque minuti.


"Siamo pronti, la macchina è giù, Andrew ci porterà a casa, poi tornerà domani a prendere l'altra auto. Ho dimenticato di dirti che sei bellissima "


Frederick guardò ancora a lungo Violet


La Lady sorrise a quell'uomo che tanto amava, ma che in quel momento stentava a riconoscere, per via della scintilla d'odio che vi scorgeva negli occhi


Scesero le scale seguiti da Pauline e da Andy. Andrew era già davanti alla macchina con i bagagli.


"Signora il baule viaggerà domani, sarà mia premura portarglielo entro sera"


Violet fece un cenno di riguardo con il capo a Andrew.


Salirono in macchina e partirono 


"Ti saresti mai aspettata una cosa simile? Tu faresti mai questo a tuo marito?"


Frederick agli occhi di Violet sembrava un gatto in cerca di affetto, ma lo sguardo ne denotava una belva furente.


"No, a dire il vero non vi ho pensato mai. Perché poi. Ho tutto l'amore del mondo da te. Non mi fai mancare nulla, in nessun campo"


"Non avrei mai pensato..."


Frederick si interruppe. Furono le poche parole di dialogo. Non parlarono più fino a Belvoir.


La macchina si fermò sotto al porticato. 


Pioveva a dirotto, ed una fine nebbiolina saliva dal prato. Sembrava che dalle viscere della terra, uscissero fantasmi in cerca di pace.

Lady Violet, cercò di scacciare dalla mente il lugubre pensiero


"A Londra il tempo era meraviglioso questa mattina"


Violet salutò i genitori con trasporto, ma più di tutti i bambini, che le fecero scendere piccole lacrime, prontamente spacciate per gocce di pioggia.


Quando Deirdre vide il suo papà, vi si lanciò a braccia aperte al collo, riempiendolo di baci ininterrotti.


"Ho sempre detto che le donne mi amano, moglie mia devi stare attenta, guarda che dama incantevole ho tra le braccia"


Thomas stava in disparte senza lagnarsi


"Ma dove è il mio piccolo ometto taciturno? Papà ha un regalino per te"


Thomas si illuminò. Il Duca tirò fuori dalla tasca del cappotto un piccolo pacchettino rosso. Il piccolo strappò con vivacità il tutto, e una macchinina color amaranto gli scivolò tra le manine minute.


Abbracciò il padre non smettendo di baciarlo.


Deirdre a quel punto si mise a piangere


"Ma la mia donna preferita pensa che la si possa lasciare senza regalo?"


Uscì così dal cappotto una bellissima bambolina di porcellana dipinta, che indossava un piccolo vestitino rosa con i bordi in pizzo bianco, le scarpine di seta e il cappellino in tono, allacciato sotto al mento.


Deirdre con fare elegante sorrise facendo vedere i pochi dentini spuntati da poco.

Il Duca, in compagnia dei figli tornava bambino.

La scena gioiosa, però, si interruppe presto, quando Frederick ritornò cupo in volto.


















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